Massimo Orsini
Teatro

MANFRED di George Byron dall'adattamento di Carmelo Bene

Genere :Drammatico
Anno :1944
Luogo :Aula Magna dell'Istituto Nazareno, 2 Giugno 1994.
Trama : Manfred è un mago, che grazie all'implacabile esercizio di una atroce volontà ed una scienza potente ed empia, ha appreso a comandare gli elementi, tiene schiavi i demoni e sa sfidare i signori delle tenebre.
Utilizzando i suoi poteri e con l'ausilio delle potenze infernali riesce a strappare per un breve istante agli abissi della morte Astarte.
Personaggi : Manfred e altri.
Il Cast : - Anna Moretti
- Catherine Velletri
- Dora Michele
- Elena Galliano
- Elisa Caporilli
- Ines Gabellone
- Ivana Delli Gatti
- Marcella Picconi
- Marcella Tacconi
- Maresa Valeriani
- Maria Luisa Cattenacci
- Maria Pia Mancini
- Massimo Orsini ( Manfred )
- Maura Grilli
- Melina Quinto
- Paola Ignagni
- Silvano Antenucci
- Thea Farina
- Umberto Lumachi
- Wanny Piacentini

Regia di Ferruccio Padula

Note di Regia : MANFRED: il privilegio detta dannazione

Manfred è un mago, che, grazie all'implacabile esercizio di una atroce volontà ed una scienza potente ed empia, ha appreso a comandare gli elementi, tiene schiavi i demoni, e sa sfidare i signori dette tenebre. Ma nel suo cuore alberga una sofferenza che nessuno può lenire: un atroce rimorso per un evento terribile, un peccato orrendo.

Tutto è vago, avvolto da esclamazioni angosciose; l'oratoria teatrale vela e svela una confessione aspra e penosa. Astarte, la creatura misteriosamente uccisa e che egli, con l'ausilio delle potenze infernali, riesce a strappare per un breve istante all'abisso della morte; la compagna delle sue fantasie e delle sue ambizioni, nasconde il volto della sorellastra di Byron, Augusta, cui questi fu legato da una passione che aveva tutta la sinistra eleganza letteraria di un peccato imperdonabile.

Potremmo considerare il Manfred un dramma di espiazione: non fosse così dispiegata la passione mimetica per il peccato, il gusto dell'ornamento diabolico, infine l'esibizione del proprio male con un accanito amore per la piaga, tanto più nobile quanto più il suo orrore rende demonicamente privilegiato colui che la esibisce, e che da essa è condannato alla Solutidine.

Note: ----

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